Gli alberi tutti, gioia della terra,
hanno ferme radici
nella tristezza d’ogni poverello;
io li ho colpiti ai margini con grazia,
togliendo forza ad ogni fantasia.
Spazio non ho più dentro le pupille
ma sicurezza d’ogni cosa pura,
ma minuzia d’oggetti
che apprezzo, sollevandoli nel fuoco
della mia carità senza confini.
L’uomo non soffre attorno a sé una fine,
ma io ho un chiaro disegno
di povertà come una veste ardita
che mi chiude entro sfere di parole,
di parole d’amore,
che indirizzo agli uccelli, all’acqua, al sole
e che mi rendo tutte assai precise,
premeditata morte di dolcezza.
Alda Merini
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