ebooks Voci di Poesia

giovedì 29 agosto 2013

Auguri 75


per il suo 75mo compleanno

Auguri, le acque del sentimento a volte ti hanno sconvolta
e c’e un genere dolce di poesia che è il canto,
come canta una madre
quando accarezza un figlio,
il piede di una fata che cammina
nel vento, e mentre i tuoi figlioli accedono la vita
tu ritorni ragazza, un gelo da salvare,
l’amore non ha tempo e quando sarai vecchia
ti bacerà i capelli solo la primavera.


Alda Merini

So che un amore



So che un amore
può diventare bianco
come quando si vede un’alba
che si credeva perduta.



Alda Merini

sabato 13 luglio 2013

Lirica


Lirica (di Alda Merini)

Oh, dove prima al limite del giorno
s’appiattava una forza ordinatrice,
quale scoscendimento pauroso
che mi rimonta sulla stessa ruota,
sulla ruota del giorno e del tormento?
E dove il digiuno di un incontro
rovesciare codeste verità?
Ah, fantasmi di te, mille fantasmi
arsi di sete, tutti, alla mia fonte!
Una forza stranissima si insinua
nelle mie labbra docili e le incurva;
io ruoto, sento, sul mio desiderio
schiava di un magnetismo che mi ha vinta.
La corsa dopo invaderà il mio corpo
che la esercita in sé, nel suo tormento,
per superare ciecamente il solco
dove tu, assente, non puoi più fiorire.
Ardo di mille musiche diverse,
ma dove è tempo di un incontro nuovo,
resiste il “poter essere” di te.

13 marzo 1949

da La presenza di Orfeo 

A Pinuccia


(a Pinuccia) di Alda Merini

Sei la finestra a volte 
verso cui indirizzo parole 
di notte, quando mi splende il cuore 
ed il pudore è vano. 
Una donna che sogna il destino 
lo sente come un ciclamino
e rimane eterna ragazza. 
O quante volte impazza in me 
l'ebbrietudine dei santi, 
ma tu mi stai sempre davanti 
come una grande tazza 
di buon vino azzurro.
In te il poeta è soltanto un sussurro.

Alda Merini
da Ballate non pagate


Per un gioco di rime


Per un gioco di rime (di Alda Merini)

Per un gioco di rime sì scoperte
vorrei arrivare a questa dolce grazia
che mi dà vie d’amore più deserte.
Che se tu mostri a me questa tua faccia,
allora allora avanzerò di brezza;
ma fa tu che mi vieti e non discaccia
questa tua e mia soverchia tenerezza
che tante volte prede pure abbraccia
giù nell’Inferno per dimestichezza
delle cose divine con l’Eterno.


da Le rime petrose

giovedì 13 giugno 2013

Alda nel cuore


Prefazione

Omaggio alla grande poetessa Alda Merini, questo ebook raccoglie i testi poetici di numerosi Autori come preziosa testimonianza dell’affetto e della stima per Alda Merini e per la sua poesia.
Mi fa molto piacere poterlo pubblicare on line in occasione dell’anniversario della sua nascita e della Giornata Mondiale della Poesia.
Un grazie di cuore a tutti gli Autori e lascio la prefazione ad Emanuela Carniti, figlia maggiore di Alda Merini.

Matteo Cotugno

“Mi è stata chiesta una prefazione, almeno qualche riga, tanto perché il libro si apra con quella che è una consuetudine ...
Non ho mai fatto niente del genere e, se devo dire la verità, alle volte aprendo il libro do un'occhiata rapida alla premessa e me ne vado "dritta come un fuso" al primo capitolo o alla prima frase di contenuto.
Quindi cercherò di dire il più in fretta possibile quel che c'è da dire di modo che: "Via il dente, via il dolore!"
Questa è la seconda Antologia Poetica che Matteo Cotugno mette in piedi in quattro e quattro otto. La prima ha avuto un successo ancora maggiore di quanto potessi immaginare!!!
Credo che ciò sia dovuto alla bravura degli scrittori, alla "spinta" entusiastica di Matteo, e alla voglia di "POESIA"!!!
Sembra strano come in questo nostro martoriato Paese ci sia ancora così tanta gente che accorre dove si dice: "Ci sono poesie da leggere GRATIS sul portale ......" . "Si possono scaricare gratis poesie dell'e-book ...."…ecc...
Probabilmente "leggere" è oggi come sempre una medicina potente contro il disfattismo, la depressione, la rabbia e tutto quello che di negativo assorbiamo nel nostro sopra(V)vivere quotidiano.
Per questo motivo credo che quest'altra Antologia sarà un vero boom mediatico!
Tre anni fa moriva Alda Merini, mia madre.
Per tutta la mia vita di figlia l'ho "vista" e "sentita" SCRIVERE: con penne e matite, con macchine da scrivere, dettando in modo diretto o telefonicamente al prescelto di turno.....
Forse per questo motivo non l'ho mai pensata come scrittrice, ma semplicemente come un'appassionata di scrittura.
Così come c'è la persona con la passione per la cucina, mi dicevo, c'è quella con la "mania di scrivere" comunque e dovunque, sia che si tratti di sé o di qualcun altro; dell'oggi o di ieri  di pace o di guerra… di gioie e dolore.
Ebbene mi sbagliavo!!!
Già da quel funesto giorno mi sono resa conto di quanta potenza avevano avuto ed avevano le parole e le frasi scritte o enunciate da mia madre.
Giovani e vecchi, letterati o no, correvano dove si tenevano serate sulla sua poesia.
La gente cercava di scoprire qual era il "miracolo che prorompeva di getto dalla sua bocca!"
E domande, domande, domande. A noi figlie, ma anche a chi aveva avuto modo di parlarle solo per pochi attimi!
A quanto pare la Sua poesia era arrivata all'anima, al cuore di così tanta gente!!!
Da qui a dedicarle dei versi il passo è stato breve...
Molti mandano pensieri, poesie o racconti al nostro sito o direttamente a noi: un modo per ringraziarla, per colloquiare, o semplicemente per sentirla vicina...
D'altronde era lei per prima che faceva dono dei suoi versi a chi la avvicinava, o a chi glielo chiedeva apertamente per un favore nei momenti intensi della vita!
Così questa Antologia voluta da Matteo Cotugno e dedicata a Alda Merini è forse la prima fotografia realistica di quante persone vogliano stabilire un contatto concreto e duraturo con la Poetessa che ha fatto dei "Segni" uno scambio emotivo "tra" e  "con le coscienze universali".
Credo anche che quest'Opera rimarrà per sempre nel ricordo di noi figlie e di quanti l'hanno veramente amata!
UN GRAZIE COMMOSSO A TUTTI QUELLI CHE "DIRANNO" E A TUTTI QUELLI CHE "VORRANNO ASCOLTARE"!!!
UN ENCOMIO SPECIALE A MATTEO COTUGNO CHE RENDE POSSIBILE LA GIOIA DEI SOGNI REALIZZATI!
BUONA LETTURA

Emanuela Carniti



GRAZIE AI 141 AUTORI
Acireale Sara Maria Rosaria
Agrosì Daniela
Albora Marinella
Arcudi Lilly
Barrasso Antonino
Barratta Anna
Belfiore Mariapina
Bellanca Giuseppe
Bergera Tonino
Bianchin Patrizia
Borrelli Celeste
Bosca Paola
Buono Nunzio
Cacace Antonella
Capitanucci Vincenzo
Capizzi Eloise
Cappelloni Gastone
Caputo Antonietta
Carlini Alessio
Carniti Emanuela
Caviglia Adriana
Centofanti Lorena
Cimini Eleuterio
Citarei Loretta Rosa Blu
Clemente Rita
Colasanto Annarosa
Collini Anna
Costarella Bibiana
Cotugno Matteo
Cubicciotti Aurora
Dadone Antonella
D'Andrea Francesca
De Felice Sandra
De Iudicibus Rosalba
De Maglie Assunta
De Stefano Michele
Del Monaco Elio
Della Porta Momo
Dellocchio Daniela
Denaro Grazia
Di Caro Valentina
Di Liberto Marilù
Di Pasquale Fausto
Di Vona Rosalba
Distefano Salvina
Donà Franca
Duilio Martino
Ensoli Patrizia
Evangelista Siria
Fasani Pietro Erasmo
Fiaschi Giancarlo
Foddai Luisa
Fusco M. Maura
Galibardi Concetta
Garolfalo Gerardo
Gazzaniga Rosanna
Gennuso Melina
Ghiribelli Francesca
Gianuzzi Anna
Gilioli Luca
Giovinazzo Maria Pia
Gorgoglione Ruggiero
Grasso Giusy
Guaiana Marcello
Iannone Agnese
Intruglio Angela Maria
Jacono Ada
Latini Giuseppina
Lenoci Donatella
Libero Adele
Licata Melina
Lo Bue Lia
Lubrano Rosario
Magi Manuela
Magnasco Claudia
Manicone Nicola
Marchese Anna
Margani Alfonso
Mazzoni Anna
Meloni Valentina
Meola Antonio
Merlino Biagio
Merola Lucia
Micelli Maria
Mignosa Tiziana
Milani Nicola
Mingozzi Palma
Mistral Matilde
Moceo Cesare
Montali Ilaria
Morganella Genoveffa Genni
Mutarelli Fatima
Nenna Domenico
Occhetto Francesco
Orlando Ivana
Palermo Antonella
Paterini Samuel
Patti Antonella
Paudice Massimo - Galati Miranda
Pettineo Calogero
Pinochi Cristina
Pira Luisa
Pireddu Daniela
Pozzi Rosy
Prenna Michele
Regondi Gianluca
Rispoli Giovanna
Roberti Pierfrancesco
Romanetti Maria
Romano Carlo
Rossi Francesco
Rotolo Maria
Sacchi Rosetta
Scivoletto Maria
Selene Medici Valentina
Serio Anna
Sessa Angelina
Sessa Sgueglia Cristina Pia
Siene Nadja-Florence
Simonetti Emilia
Sirolla Marina
Somerova Vera
Stanzione Rita
Stelitano Antonella
Tagliente Grazia
Tarascio Grazia Maria
Tatham Viola
Tedde Maria Teresa
Tognini Karen
Tumicelli Marisa
Turbi Massimo
Turri Lorena
Ute Margaret Saine
Vacchieri Chiara
Vai Maria Grazia
Vicini Marco
Viotti Roberta Eowyn
Zaninotto Veronica
Zilio Mara
Zingoni Italo

giovedì 16 maggio 2013

Mi scaldo al ricordo




Mi scaldo al ricordo
di come fu
quando amai
i tuoi pallidi sentieri.

Alda Merini


Potevi essere la canzone...



Potevi essere la canzone del mio umile sguardo
e sei diventato l’inferno delle mie ore.
Potevi tradire finalmente il destino
e sei diventato aquila di furbizia.

Alda Merini
(da Superba è la notte 1996-1999)

illustrazione di Nicoletta Ceccoli

lunedì 13 maggio 2013

Poesie alla madre di Dio



 (Alda Merini)

La Madre,
quella che come me
mangiò la terra del manicomio credendola pastura divina,
quella che si legò ai piedi del figlio
per essere trascinata con lui sulla croce e ne venne sciolta
perché continuasse a vivere nel suo dolore.

Potevano uccidere anche Maria,
ma Maria venne lasciata libera di vedere
la disfatta di tutto il suo grande pensiero.
Ed ecco che Dio dalla croce guarda la madre,
ed è la prima volta che così crocifisso
non la può stringere al cuore,
perché Maria spesso si rifugiava in quelle braccia possenti,
e lui la baciava sui capelli e la chiamava «giovane»
e la considerava ragazza.
Maria, figlia di Gesù
Maria non invecchiò mai,
rimase col tempo della croce
nei suoi lunghi capelli
che le coprivano il volto.

«lo credo, madre,
che qualsiasi senso del cuore
sia dentro il tuo sguardo.
Come Figlio di Dio sono un bambino felice,
come Gesù sono colui che camminerà con te
sulle acque dell’incredulità.
Io, madre, ho visto il tuo seno pieno d’obbedienza
e bianco come il tuo pensiero.
E io so che l’amore di Dio è impalpabile
come le ali di una farfalla.
Io ho creduto, madre, al tuo volto,
ma ho anche creduto al Padre.
Non potrebbe ingiuriarti nessuno
al di fuori di quella voce
che ti ha percossa come un nubifragio:
l’addio del messaggero celeste.»

«Quante lacrime, madre, su quella tua
visitazione.
È stato un lavacro per tutti i peccati degli uomini,
e solo Giuseppe ha creduto che il tuo mantello
contenesse tanto dolore.
Non ti ha mai levato di dosso quel mantello di luce,
Maria,
con cui Dio ti ha coperta
per non far vedere
che le tue spalle tremavano d’amore.
Ma io, Maria, credo in te,
e credendo in te
credo in Lui.»

(Tratto da: Poema della croce (Frassinelli, 2004)

in foto Madonna del Perugino (particolare)

La cattiveria


La cattiveria è degli sciocchi, di quelli che non hanno ancora capito che non vivremo in eterno.

Alda Merini

domenica 21 aprile 2013

Lei desiderava un sorriso



Lei desiderava un sorriso.
Una musica muta.
Una riva di mare. Per bagnarsi.
Il suo amore impossibile.
I suoi piedi nudi e piagati.
I suoi meschini capelli.
Lei ignorava che il ricordo
è un ferro piantato alla porta.
Non sapeva nulla.
Della perfezione del passato,
del massacro delle notti solitarie.
Non sapeva che il più grande desiderio
è un niente che s’inventa stranissime cose.


Alda Merini
da Desiderio d’amore



venerdì 5 aprile 2013

Io ho scritto per te ardue sentenze




Io ho scritto per te ardue sentenze,
ho scritto per te tutto il mio declino;
ora mi anniento, e niente può salvare
la mia voce devota; solo un canto
può trasparirmi adesso dalla pelle
ed è un canto d'amore che matura
questa mia eternità senza confini.


Alda Merini
da "La Terra Santa"

sabato 23 marzo 2013

Alda nel Cuore - ebook


per festeggiare l'anniversario della sua nascita e la Giornata Mondiale della Poesia abbiamo pubblicato con 141 Autori un ebook gratuito on line con poesie a lei dedicate e a tema sociale... 

lunedì 18 marzo 2013

Se guardo i tuoi capelli



Se guardo i tuoi capelli
li vorrei tutti lisci
perché mi ricordino il mare
e ti dico, piccola onda marina
che vorrei annegare in te
perché in te c'è il corallo.
Ci sono amori di donne
pieni di gelosia
che vestono calzari
di eterna prigionia.
E danzare con te
sull'orlo del momento
e pensare che tu
tu sei nuda e vestita
devo dirti che sei
il mistero della vita


Alda Merini
Gennaio 2001
Tratta da: Le briglie d'oro 
Poesie per Marina 1984-2004

domenica 17 marzo 2013

Le osterie



A me piacciono gli anfratti bui
delle osterie dormienti,
dove la gente culmina nell’eccesso del canto,
a me piacciono le cose bestemmiate e leggere,
e i calici di vino profondi,
dove la mente esulta,
livello di magico pensiero.
Troppo sciocco è piangere sopra un amore perduto
malvissuto e scostante,
meglio l’acre vapore del vino
indenne,
meglio l’ubriacatura del genio,
meglio sì meglio
l’indagine sorda delle scorrevolezze di vite;
io amo le osterie
che parlano il linguaggio sottile della lingua di Bacco,
e poi nelle osterie
ci sta il nome di Charles
scritto a caratteri d’oro.

Alda Merini
da "Vuoto d'amore"

A Barbara



La vita è grama e deludente assai…
Ho una placida figlia
con gli occhi azzurri ed i capelli d’oro
che mi sta, cuore mio, sempre lontana,
e ha le mani fanciulle
e il volto bello pieno di ironiae mi vuol tanto bene
come soltanto se ne vuole a un Dio;
questa fanciulla bella che nei liti
remoti è dell’Italia
a me pensa talvolta e mi sorride
unica stella dentro la tempesta.

Alda Merini
da “Destinati a morire”

Estremo saluto è l'amore



Estremo saluto è l'amore,
come una mano che prende l'ultima foglia
e la divora come fosse anima.
Estremo saluto è il tuo bacio.
Io volevo finire in te come un secondo respiro.
Ti ho scelto per la mia morte;
avevo capito in un attimo
che il tuo bacio
mi avrebbe ucciso.

Alda Merini
da L'anima innamorata 

sabato 16 marzo 2013

L’uomo che ci faceva gli elettroshock



L’uomo che ci faceva gli elettroshock pareva più un uomo di fatica che un vero e proprio dottore.
Arrivava sempre tardi (tanta era la nostra paura che le ore non passavano mai), e con le tasche piene di arance e di mele che si masticava, poi, nello stanzino, insieme alle infermiere. Non ci domandava mai nulla! Se è vero che da bambina ho avuto un trauma, un uomo siffatto doveva avermi aggredita. E, di fatto, quegli ci aggrediva, ci spingeva dentro, nello stanzino, senza preavviso, ci legava e ci cominciava ad anestetizzare, guardando in alto o ridendo a pieni denti insieme alle infermiere.
E così cominciammo a temerlo. Cominciò per noi a diventare quello il prototipo del “baubau”. Ma non potevamo difenderci. Non veniva neanche a vederci dopo il risveglio. E fu proprio grazie a questi finissimi accorgimenti che un donna, dopo il quinto elettroshock fatto senza misura né cognizione, impazzì di colpo senza speranza di ricupero.

Alda Merini
da L’altra verità – Diario di una diversa


ho trascritto adesso questo passo per far comprendere meglio la figura di Alda Merini, senza leggere questo libro probabilmente non si riesce a comprendere la sua personalità e la sua poetica.
Matteo Cotugno

Io ero fatta di prati verdi



Io ero fatta di prati verdi
di lucciole della notte.
Ma qualche adulto bambino
ha preso in mano il grillo
la lucciola e la cicala
che erano in me.
Alcuni falsi poeti
chiudono i grandi nel pugno
della curiosità
e non sanno che anche nel grillo
vive presente un'anima.

di Alda Merini
da Clinica dell’abbandono

Alda Merini in questa poesia diventa allegorica per fare un ritratto di sé, lei si sente eterna primavera, con l’esplosione della natura nei prati verdi, le cicale, i grilli e anche le lucciole… una visione estesa al giorno e alla notte quindi… , ma parla di sé al passato, era primavera, ma si sente oppressa da alcuni falsi poeti che riescono a cancellare la vitalità e la forza della vera poesia basandosi su curiosità e pregiudizi negativi…
Anche il grillo ha un’anima, anche un prato … una visione animista del mondo? O allegoria di se stessa, grillo cicala e lucciola… e prato? Probabilmente la verità sta nella sua visione di anima come anelito di vita, come forza propulsiva alla vita, una visione profondamente mistica e terrena al contempo, una delle tante contraddizioni di un genio della poesia.... Matteo Cotugno


mercoledì 6 marzo 2013

Rivolta



Mi hai reso qualcosa d’ottuso,
una foresta pietrificata,
una che non può piangere
per le maternità disfatte.
Mi hai reso una foresta
dove serpeggiano serpi velenose
e la jena è in agguato,
perché io ero una ninfa
innamorata e gentile,
e avevo dei morbidi cuccioli.
Ma le mie unghie assetate
scavano nette la terra, così io Medusa
fissa ti guardo negli occhi.
Io esperta sognatrice
che anche adesso mi rifugio in un letto
ammantata di lutto
per non sentire più la carne.

da "La terra santa"
Alda Merini


Giuseppe Amisani: (olio su tela) Dolore

Chi ha paura della morte...



Chi ha paura della morte si offenda.
La morte è una riviera musicale,
il seno curvo della donna amata.
Non c'è spazio tra l'uomo e la sua morte.
Soltanto il batticuore di un nemico che ride al suo passaggio.


da L'anima innamorata
di Alda Merini

in foto: La Morte chiama di Käthe Kollwitz


sabato 2 marzo 2013

Il mio primo trafugamento di madre



Il mio primo trafugamento di madre
avvenne in una notte d'estate
quando un pazzo mi prese
mi adagiò sopra l'erba
e mi fece concepire un figlio.
O mai la luna gridò così tanto
contro le stelle offese,
e mai gridarono tanto i miei visceri,
né il Signore volse mai il capo all'indietro,     
come in quell'istante preciso,
vedendo la mia verginità di madre
offesa dentro a un ludibrio.
Il mio primo trafugamento di donna
avvenne in un angolo oscuro
sotto il calore impetuoso del sesso,
ma nacque una bimba gentile
con un sorriso dolcissimo
e tutto fu perdonato.
Ma io non perdonerò mai
e quel bimbo mi fu tolto dal grembo
e affidato a mani più « sante »,
ma fui io ad essere oltraggiata,
io che salii sopra i cieli
per avere concepito una genesi.

Alda Merini (da "La terra santa")

Poeti



E tutti noi costretti dentro
le ombre del vino
non abbiamo parole né potere
per invogliare altri avventori.
Siamo osti senza domande
riceviamo tutti
solo che abbiano un cuore.
Siamo poeti fatti di vesti pesanti
e intime calure di bosco,
siamo contadini che portano
la terra a Venere
siamo usurai pieni di croci
siamo conventi che non hanno sangue
siamo una fede senza profeti
ma siamo poeti.
Soli come le bestie
buttati per ogni fango
senza una casa libera
né un sasso per sentimento.

Alda Merini


mercoledì 23 gennaio 2013

Io che sono



Io che sono vicina alla morte,
io che sono lontana dalla morte,
io che ho trovato un solco di fiori
che ho chiamato vita
perché mi ha sorpreso,
enormemente sorpreso
che da una riva all'altra
di disperazione e passione
ci fosse un uomo chiamato Gesù.
Io che l'ho seguito senza mai parlare
e sono diventata una discepola
dell'attesa del pianto,
io ti posso parlare di lui.
Io lo conosco:
ha riempito le mie notti con frastuoni orrendi,
ha accarezzato le mie viscere,
imbiancato i miei capelli per lo stupore.
Mi ha resa giovane e vecchia
a seconda delle stagioni,
mi ha fatta fiorire e morire
un'infinità di volte.
Ma io so che mi ama
e ti dirò, anche se tu non credi,
che si preannuncia sempre
con una grande frescura in tutte le membra
come se tu ricominciassi a vivere
e vedessi il mondo per la prima volta.
E questa è la fede, e questo è Lui,
che ti cerca per ogni dove
anche quando tu ti nascondi
per non farti vedere.

Alda Merini … da Corpo d’amore