ebooks Voci di Poesia

mercoledì 28 marzo 2012

Il mio sentimento per te



Il mio sentimento per te
è grande come la giovinezza
senza tremiti o baci
o pie discolpe.
Il nostro amore
per la carta pura
e la stampa migliore
dove lo sguardo
attira il sentimento
e l’acme della luna.

venerdì 16 marzo 2012

Ritorna



Ritorna al vento della poesia
che non ha speranza
ma vive giorno per giorno
calcando le ossa di vecchi
e antichi profeti.
Ritorna alle montagne ardenti
della solitudine
che ti bruceranno il corpo
e la voce.
Ritorna ai quotidiani tormenti
ma sappi che la solitudine
è l’unica donna
che non ti abbandona.

da La donna di picche

lunedì 12 marzo 2012

Riverbero



E’ dolce pensare
che io arda d’amore per te
senza averne mai un riscontro.
Il poeta non serve la gloria di Dio
ma solo la sua gloria
che è un lontano riverbero
della collera divina. 


Alda Merini

da Donna di picche

sabato 10 marzo 2012

I miei poveri versi



I miei poveri versi
non sono belle, millantate parole,
non sono afrodisiaci folli
da ammannire ai potenti
e a chi voglia blandire la sua sete.
I miei poveri versi
sono brandelli di carne
nera disfatta chiusa,
e saltano agli occhi impetuosi;
sono orgogliosa della mia bellezza;
quando l’anima è satura dentro
di amarezza e dolore
diventa
diventa incredibilmente bella
e potente soprattutto.
Di questa potenza io sono orgogliosa
ma non d’altre disfatte;
perciò tu che mi leggi
fermo ad un tavolino di caffè,
tu che passi le giornate sui libri
a cincischiare la noia
e ti senti maestro di critica,
tendi il tuo arco
al cuore di una donna perduta.
Lì mi raggiungerai in pieno. 

Da Vuoto d’amore

Ora che vedi Dio


Oro e ferro corroso




Oro era il mio amore per te
e ho avuto l'illusione che tu vedessi
tanti diamanti dentro la mia corona.
Poi, consumata dal gelo,
nella tua indifferenza
sono diventata
un ferro corroso
dalla pietra.


da La donna di picche

Il bacio





Che fiore mi nasce sulla bocca
appena mi guardi
e temi di essere spezzato.
Allagamenti improvvisi
sono i tuoi occhi ardenti
ma il fiore non vuole morire
rimane lì senza carne
ad aspettare la morte.


da La donna di picche

Una poesia




Perché la donna quando s’innamora
si barda come la dea Atena
e mette una corazza contro il cuore.
Sciogliti donna e diventa un canto,
sotto la tua casa c’è il corpo
di un tenero fanciullo.

da La donna di picche

giovedì 8 marzo 2012

Canto delle donne



Io canto le donne prevaricate dai bruti
la loro sana bellezza, la loro "non follia"
il canto di Giulia io canto riversa su un letto
la cantilena dei salmi, delle anime "mangiate"
il canto di Giulia aperto portava anime pesanti
la folgore di un codice umano disapprovato da Dio,
Canto quei pugni orrendi dati sui bianchi cristalli
il livido delle cosce, pugni in età adolescente
la pudicizia del grembo nudato per bramosia,
Canto la stalla ignuda entro cui è nato il "delitto"
la sfera di cristallo per una bocca "magata".
Canto il seno di Bianca ormai reso vizzo dall'uomo
canto le sue gambe esigue divaricate sul letto
simile ad un corpo d'uomo era il suo corpo salino
ma gravido d'amore come in qualsiasi donna.
Canto Vita Bello che veniva aggredita dai bruti
buttata su un letticciolo, battuta con ferri pesanti
e tempeste d'insulti, io canto la sua non stagione
di donna vissuta all'ombra di questo grande sinistro
la sua patita misura, il caldo del suo grembo schiuso
canto la sua deflorazione su un letto di psichiatra,
canto il giovane imberbe che mi voleva salvare.
Canto i pungoli rostri di quegli spettrali infermieri
dove la mano dell'uomo fatta villosa e canina
sfiorava impunita le gote di delicate fanciulle
e le velate grazie toccate da mani villane.
Canto l'assurda violenza dell'ospedale del mare
dove la psichiatria giaceva in ceppi battuti
di tribunali di sogno, di tribunali sospetti.
Canto il sinistro ordine che ci imbrigliava la lingua
e un faro di marina che non conduceva al porto.
Canto il letto aderente che aveva lenzuola di garza
e il simbolo-dottore perennemente offeso
e il naso camuso e violento degli infermieri bastardi.
Canto la malagrazia del vento traverso una sbarra
canto la mia dimensione di donna strappata al suo unico amore
che impazzisce su un letto di verde fogliame di ortiche
canto la soluzione del tutto traverso un'unica strada
io canto il miserere di una straziante avventura
dove la mano scudiscio cercava gli inguini dolci.
Io canto l'impudicizia di quegli uomini rotti
alla lussuria del vento che violentava le donne.
Io canto i mille coltelli sul grembo di Vita Bello
calati da oscuri tendoni alla mercé di Caino
e canto il mio dolore d'esser fuggita al dolore
per la menzogna di vita
per via della poesia.

da"TESTAMENTO" - Crocetti

lunedì 5 marzo 2012

Se tu non vieni qui



Se tu non vieni qui
io sento che la terra si sfalda
e non mi fa più luce
c’era un tempo lontano
in cui tutto era letizia
e forse era candore
e forse non era niente
il tempo in cui ero felice
ma adesso che tu ci sei
è un rumore così tremendo
il battito del cuore in un muro
è un battito di mille mani
che applaudono, applaudono
in continuazione
un pianto senza speranza…

da Clinica dell’abbandono