ebooks Voci di Poesia
domenica 10 novembre 2013
giovedì 29 agosto 2013
Auguri 75
per il suo 75mo
compleanno
Auguri, le acque del sentimento a volte ti hanno sconvolta
e c’e un genere dolce di poesia che è il canto,
come canta una madre
quando accarezza un figlio,
il piede di una fata che cammina
nel vento, e mentre i tuoi figlioli accedono la vita
tu ritorni ragazza, un gelo da salvare,
l’amore non ha tempo e quando sarai vecchia
ti bacerà i capelli solo la primavera.
Alda Merini
sabato 13 luglio 2013
Lirica
Lirica (di
Alda Merini)
Oh, dove prima al limite del giorno
s’appiattava una forza ordinatrice,
quale scoscendimento pauroso
che mi rimonta sulla stessa ruota,
sulla ruota del giorno e del tormento?
E dove il digiuno di un incontro
rovesciare codeste verità?
Ah, fantasmi di te, mille fantasmi
arsi di sete, tutti, alla mia fonte!
Una forza stranissima si insinua
nelle mie labbra docili e le incurva;
io ruoto, sento, sul mio desiderio
schiava di un magnetismo che mi ha vinta.
La corsa dopo invaderà il mio corpo
che la esercita in sé, nel suo tormento,
per superare ciecamente il solco
dove tu, assente, non puoi più fiorire.
Ardo di mille musiche diverse,
ma dove è tempo di un incontro nuovo,
resiste il “poter essere” di te.
13 marzo 1949
da La presenza di Orfeo
Oh, dove prima al limite del giorno
s’appiattava una forza ordinatrice,
quale scoscendimento pauroso
che mi rimonta sulla stessa ruota,
sulla ruota del giorno e del tormento?
E dove il digiuno di un incontro
rovesciare codeste verità?
Ah, fantasmi di te, mille fantasmi
arsi di sete, tutti, alla mia fonte!
Una forza stranissima si insinua
nelle mie labbra docili e le incurva;
io ruoto, sento, sul mio desiderio
schiava di un magnetismo che mi ha vinta.
La corsa dopo invaderà il mio corpo
che la esercita in sé, nel suo tormento,
per superare ciecamente il solco
dove tu, assente, non puoi più fiorire.
Ardo di mille musiche diverse,
ma dove è tempo di un incontro nuovo,
resiste il “poter essere” di te.
13 marzo 1949
da La presenza di Orfeo
A Pinuccia
(a
Pinuccia) di Alda Merini
Sei la finestra a volte
verso cui indirizzo parole
di notte, quando mi splende il cuore
ed il pudore è vano.
Una donna che sogna il destino
lo sente come un ciclamino
e rimane eterna ragazza.
O quante volte impazza in me
l'ebbrietudine dei santi,
ma tu mi stai sempre davanti
come una grande tazza
di buon vino azzurro.
In te il poeta è soltanto un sussurro.
Alda Merini
da Ballate non pagate
Per un gioco di rime
Per un gioco di rime (di Alda Merini)
Per un gioco di rime sì scoperte
vorrei arrivare a questa dolce grazia
che mi dà vie d’amore più deserte.
Che se tu mostri a me questa tua faccia,
allora allora avanzerò di brezza;
ma fa tu che mi vieti e non discaccia
questa tua e mia soverchia tenerezza
che tante volte prede pure abbraccia
giù nell’Inferno per dimestichezza
delle cose divine con l’Eterno.
da Le rime petrose
Per un gioco di rime sì scoperte
vorrei arrivare a questa dolce grazia
che mi dà vie d’amore più deserte.
Che se tu mostri a me questa tua faccia,
allora allora avanzerò di brezza;
ma fa tu che mi vieti e non discaccia
questa tua e mia soverchia tenerezza
che tante volte prede pure abbraccia
giù nell’Inferno per dimestichezza
delle cose divine con l’Eterno.
da Le rime petrose
giovedì 13 giugno 2013
Alda nel cuore
Prefazione
Omaggio alla grande poetessa Alda Merini,
questo ebook raccoglie i testi poetici di numerosi Autori come preziosa
testimonianza dell’affetto e della stima per Alda Merini e per la sua poesia.
Mi fa molto piacere poterlo pubblicare on line
in occasione dell’anniversario della sua nascita e della Giornata Mondiale
della Poesia.
Un grazie di cuore a tutti gli Autori e lascio
la prefazione ad Emanuela Carniti, figlia maggiore di Alda Merini.
Matteo
Cotugno
“Mi è
stata chiesta una prefazione, almeno qualche riga, tanto perché il libro si
apra con quella che è una consuetudine ...
Non ho
mai fatto niente del genere e, se devo dire la verità, alle volte aprendo il
libro do un'occhiata rapida alla premessa e me ne vado "dritta come un
fuso" al primo capitolo o alla prima frase di contenuto.
Quindi
cercherò di dire il più in fretta possibile quel che c'è da dire di modo che:
"Via il dente, via il dolore!"
Questa è
la seconda Antologia Poetica che Matteo Cotugno mette in piedi in quattro e
quattro otto. La prima ha avuto un successo ancora maggiore di quanto potessi
immaginare!!!
Credo che
ciò sia dovuto alla bravura degli scrittori, alla "spinta"
entusiastica di Matteo, e alla voglia di "POESIA"!!!
Sembra
strano come in questo nostro martoriato Paese ci sia ancora così tanta gente
che accorre dove si dice: "Ci sono poesie da leggere GRATIS sul portale
......" . "Si possono scaricare gratis poesie dell'e-book ...."…ecc...
Probabilmente
"leggere" è oggi come sempre una medicina potente contro il
disfattismo, la depressione, la rabbia e tutto quello che di negativo
assorbiamo nel nostro sopra(V)vivere quotidiano.
Per
questo motivo credo che quest'altra Antologia sarà un vero boom mediatico!
Tre anni
fa moriva Alda Merini, mia madre.
Per tutta
la mia vita di figlia l'ho "vista" e "sentita" SCRIVERE:
con penne e matite, con macchine da scrivere, dettando in modo diretto o
telefonicamente al prescelto di turno.....
Forse per
questo motivo non l'ho mai pensata come scrittrice, ma semplicemente come
un'appassionata di scrittura.
Così come
c'è la persona con la passione per la cucina, mi dicevo, c'è quella con la
"mania di scrivere" comunque e dovunque, sia che si tratti di sé o di
qualcun altro; dell'oggi o di ieri di
pace o di guerra… di gioie e dolore.
Ebbene mi
sbagliavo!!!
Già da
quel funesto giorno mi sono resa conto di quanta potenza avevano avuto ed
avevano le parole e le frasi scritte o enunciate da mia madre.
Giovani e
vecchi, letterati o no, correvano dove si tenevano serate sulla sua poesia.
La gente
cercava di scoprire qual era il "miracolo che prorompeva di getto dalla
sua bocca!"
E
domande, domande, domande. A noi figlie, ma anche a chi aveva avuto modo di
parlarle solo per pochi attimi!
A quanto
pare la Sua poesia era arrivata all'anima, al cuore di così tanta gente!!!
Da qui a
dedicarle dei versi il passo è stato breve...
Molti
mandano pensieri, poesie o racconti al nostro sito o direttamente a noi: un
modo per ringraziarla, per colloquiare, o semplicemente per sentirla vicina...
D'altronde
era lei per prima che faceva dono dei suoi versi a chi la avvicinava, o a chi
glielo chiedeva apertamente per un favore nei momenti intensi della vita!
Così
questa Antologia voluta da Matteo Cotugno e dedicata a Alda Merini è forse la
prima fotografia realistica di quante persone vogliano stabilire un contatto
concreto e duraturo con la Poetessa che ha fatto dei "Segni" uno
scambio emotivo "tra" e
"con le coscienze universali".
Credo
anche che quest'Opera rimarrà per sempre nel ricordo di noi figlie e di quanti
l'hanno veramente amata!
UN GRAZIE
COMMOSSO A TUTTI QUELLI CHE "DIRANNO" E A TUTTI QUELLI CHE
"VORRANNO ASCOLTARE"!!!
UN
ENCOMIO SPECIALE A MATTEO COTUGNO CHE RENDE POSSIBILE LA GIOIA DEI SOGNI
REALIZZATI!
BUONA
LETTURA
Emanuela Carniti
GRAZIE AI 141 AUTORI
Acireale Sara Maria
Rosaria
|
Agrosì Daniela
|
Albora Marinella
|
Arcudi Lilly
|
Barrasso Antonino
|
Barratta Anna
|
Belfiore Mariapina
|
Bellanca Giuseppe
|
Bergera Tonino
|
Bianchin Patrizia
|
Borrelli Celeste
|
Bosca Paola
|
Buono Nunzio
|
Cacace Antonella
|
Capitanucci Vincenzo
|
Capizzi Eloise
|
Cappelloni Gastone
|
Caputo Antonietta
|
Carlini Alessio
|
Carniti Emanuela
|
Caviglia Adriana
|
Centofanti Lorena
|
Cimini Eleuterio
|
Citarei Loretta Rosa
Blu
|
Clemente Rita
|
Colasanto Annarosa
|
Collini Anna
|
Costarella Bibiana
|
Cotugno Matteo
|
Cubicciotti Aurora
|
Dadone Antonella
|
D'Andrea Francesca
|
De Felice Sandra
|
De Iudicibus Rosalba
|
De Maglie Assunta
|
De Stefano Michele
|
Del Monaco Elio
|
Della Porta Momo
|
Dellocchio Daniela
|
Denaro Grazia
|
Di Caro Valentina
|
Di Liberto Marilù
|
Di Pasquale Fausto
|
Di Vona Rosalba
|
Distefano Salvina
|
Donà Franca
|
Duilio Martino
|
Ensoli Patrizia
|
Evangelista Siria
|
Fasani Pietro Erasmo
|
Fiaschi Giancarlo
|
Foddai Luisa
|
Fusco M. Maura
|
Galibardi Concetta
|
Garolfalo Gerardo
|
Gazzaniga Rosanna
|
Gennuso Melina
|
Ghiribelli Francesca
|
Gianuzzi Anna
|
Gilioli Luca
|
Giovinazzo Maria Pia
|
Gorgoglione Ruggiero
|
Grasso Giusy
|
Guaiana Marcello
|
Iannone Agnese
|
Intruglio Angela
Maria
|
Jacono Ada
|
Latini Giuseppina
|
Lenoci Donatella
|
Libero Adele
|
Licata Melina
|
Lo Bue Lia
|
Lubrano Rosario
|
Magi Manuela
|
Magnasco Claudia
|
Manicone Nicola
|
Marchese Anna
|
Margani Alfonso
|
Mazzoni Anna
|
Meloni Valentina
|
Meola Antonio
|
Merlino Biagio
|
Merola Lucia
|
Micelli Maria
|
Mignosa Tiziana
|
Milani Nicola
|
Mingozzi Palma
|
Mistral Matilde
|
Moceo Cesare
|
Montali Ilaria
|
Morganella Genoveffa
Genni
|
Mutarelli Fatima
|
Nenna Domenico
|
Occhetto Francesco
|
Orlando Ivana
|
Palermo Antonella
|
Paterini Samuel
|
Patti Antonella
|
Paudice Massimo -
Galati Miranda
|
Pettineo Calogero
|
Pinochi Cristina
|
Pira Luisa
|
Pireddu Daniela
|
Pozzi Rosy
|
Prenna Michele
|
Regondi Gianluca
|
Rispoli Giovanna
|
Roberti Pierfrancesco
|
Romanetti Maria
|
Romano Carlo
|
Rossi Francesco
|
Rotolo Maria
|
Sacchi Rosetta
|
Scivoletto Maria
|
Selene Medici
Valentina
|
Serio Anna
|
Sessa Angelina
|
Sessa Sgueglia
Cristina Pia
|
Siene Nadja-Florence
|
Simonetti Emilia
|
Sirolla Marina
|
Somerova Vera
|
Stanzione Rita
|
Stelitano Antonella
|
Tagliente Grazia
|
Tarascio Grazia Maria
|
Tatham Viola
|
Tedde Maria Teresa
|
Tognini Karen
|
Tumicelli Marisa
|
Turbi Massimo
|
Turri Lorena
|
Ute Margaret Saine
|
Vacchieri Chiara
|
Vai Maria Grazia
|
Vicini Marco
|
Viotti Roberta Eowyn
|
Zaninotto Veronica
|
Zilio Mara
|
Zingoni Italo
|
giovedì 16 maggio 2013
lunedì 13 maggio 2013
Poesie alla madre di Dio
(Alda Merini)
La Madre,
quella che come me
mangiò la terra del manicomio credendola pastura divina,
quella che si legò ai piedi del figlio
per essere trascinata con lui sulla croce e ne venne sciolta
perché continuasse a vivere nel suo dolore.
Potevano uccidere anche Maria,
ma Maria venne lasciata libera di vedere
la disfatta di tutto il suo grande pensiero.
Ed ecco che Dio dalla croce guarda la madre,
ed è la prima volta che così crocifisso
non la può stringere al cuore,
perché Maria spesso si rifugiava in quelle braccia possenti,
e lui la baciava sui capelli e la chiamava «giovane»
e la considerava ragazza.
Maria, figlia di Gesù
Maria non invecchiò mai,
rimase col tempo della croce
nei suoi lunghi capelli
che le coprivano il volto.
«lo credo, madre,
che qualsiasi senso del cuore
sia dentro il tuo sguardo.
Come Figlio di Dio sono un bambino felice,
come Gesù sono colui che camminerà con te
sulle acque dell’incredulità.
Io, madre, ho visto il tuo seno pieno d’obbedienza
e bianco come il tuo pensiero.
E io so che l’amore di Dio è impalpabile
come le ali di una farfalla.
Io ho creduto, madre, al tuo volto,
ma ho anche creduto al Padre.
Non potrebbe ingiuriarti nessuno
al di fuori di quella voce
che ti ha percossa come un nubifragio:
l’addio del messaggero celeste.»
«Quante lacrime, madre, su quella tua
visitazione.
È stato un lavacro per tutti i peccati degli uomini,
e solo Giuseppe ha creduto che il tuo mantello
contenesse tanto dolore.
Non ti ha mai levato di dosso quel mantello di luce,
Maria,
con cui Dio ti ha coperta
per non far vedere
che le tue spalle tremavano d’amore.
Ma io, Maria, credo in te,
e credendo in te
credo in Lui.»
(Tratto da: Poema della croce (Frassinelli, 2004)
in foto Madonna del Perugino (particolare)
La Madre,
quella che come me
mangiò la terra del manicomio credendola pastura divina,
quella che si legò ai piedi del figlio
per essere trascinata con lui sulla croce e ne venne sciolta
perché continuasse a vivere nel suo dolore.
Potevano uccidere anche Maria,
ma Maria venne lasciata libera di vedere
la disfatta di tutto il suo grande pensiero.
Ed ecco che Dio dalla croce guarda la madre,
ed è la prima volta che così crocifisso
non la può stringere al cuore,
perché Maria spesso si rifugiava in quelle braccia possenti,
e lui la baciava sui capelli e la chiamava «giovane»
e la considerava ragazza.
Maria, figlia di Gesù
Maria non invecchiò mai,
rimase col tempo della croce
nei suoi lunghi capelli
che le coprivano il volto.
«lo credo, madre,
che qualsiasi senso del cuore
sia dentro il tuo sguardo.
Come Figlio di Dio sono un bambino felice,
come Gesù sono colui che camminerà con te
sulle acque dell’incredulità.
Io, madre, ho visto il tuo seno pieno d’obbedienza
e bianco come il tuo pensiero.
E io so che l’amore di Dio è impalpabile
come le ali di una farfalla.
Io ho creduto, madre, al tuo volto,
ma ho anche creduto al Padre.
Non potrebbe ingiuriarti nessuno
al di fuori di quella voce
che ti ha percossa come un nubifragio:
l’addio del messaggero celeste.»
«Quante lacrime, madre, su quella tua
visitazione.
È stato un lavacro per tutti i peccati degli uomini,
e solo Giuseppe ha creduto che il tuo mantello
contenesse tanto dolore.
Non ti ha mai levato di dosso quel mantello di luce,
Maria,
con cui Dio ti ha coperta
per non far vedere
che le tue spalle tremavano d’amore.
Ma io, Maria, credo in te,
e credendo in te
credo in Lui.»
(Tratto da: Poema della croce (Frassinelli, 2004)
in foto Madonna del Perugino (particolare)
domenica 21 aprile 2013
Lei desiderava un sorriso
Lei desiderava un
sorriso.
Una musica muta.
Una riva di mare. Per bagnarsi.
Il suo amore impossibile.
I suoi piedi nudi e piagati.
I suoi meschini capelli.
Lei ignorava che il ricordo
è un ferro piantato alla porta.
Non sapeva nulla.
Della perfezione del passato,
del massacro delle notti solitarie.
Non sapeva che il più grande desiderio
è un niente che s’inventa stranissime cose.
Alda Merini
da Desiderio d’amore
venerdì 5 aprile 2013
sabato 23 marzo 2013
Alda nel Cuore - ebook
per festeggiare l'anniversario della sua nascita e la Giornata Mondiale della Poesia abbiamo pubblicato con 141 Autori un ebook gratuito on line con poesie a lei dedicate e a tema sociale...
lunedì 18 marzo 2013
Se guardo i tuoi capelli
Se guardo i tuoi capelli
li vorrei tutti lisci
perché mi ricordino il mare
e ti dico, piccola onda marina
che vorrei annegare in te
perché in te c'è il corallo.
Ci sono amori di donne
pieni di gelosia
che vestono calzari
di eterna prigionia.
E danzare con te
sull'orlo del momento
e pensare che tu
tu sei nuda e vestita
devo dirti che sei
il mistero della vita
Alda Merini
Gennaio 2001
Tratta da: Le briglie d'oro
Poesie per Marina 1984-2004
domenica 17 marzo 2013
Le osterie
A me piacciono gli
anfratti bui
delle osterie dormienti,
dove la gente culmina nell’eccesso del canto,
a me piacciono le cose bestemmiate e leggere,
e i calici di vino profondi,
dove la mente esulta,
livello di magico pensiero.
Troppo sciocco è piangere sopra un amore perduto
malvissuto e scostante,
meglio l’acre vapore del vino
indenne,
meglio l’ubriacatura del genio,
meglio sì meglio
l’indagine sorda delle scorrevolezze di vite;
io amo le osterie
che parlano il linguaggio sottile della lingua di Bacco,
e poi nelle osterie
ci sta il nome di Charles
scritto a caratteri d’oro.
delle osterie dormienti,
dove la gente culmina nell’eccesso del canto,
a me piacciono le cose bestemmiate e leggere,
e i calici di vino profondi,
dove la mente esulta,
livello di magico pensiero.
Troppo sciocco è piangere sopra un amore perduto
malvissuto e scostante,
meglio l’acre vapore del vino
indenne,
meglio l’ubriacatura del genio,
meglio sì meglio
l’indagine sorda delle scorrevolezze di vite;
io amo le osterie
che parlano il linguaggio sottile della lingua di Bacco,
e poi nelle osterie
ci sta il nome di Charles
scritto a caratteri d’oro.
Alda Merini
da "Vuoto d'amore"
da "Vuoto d'amore"
A Barbara
La vita è grama e
deludente assai…
Ho una placida figlia
con gli occhi azzurri ed i capelli d’oro
che mi sta, cuore mio, sempre lontana,
e ha le mani fanciulle
e il volto bello pieno di ironiae mi vuol tanto bene
come soltanto se ne vuole a un Dio;
questa fanciulla bella che nei liti
remoti è dell’Italia
a me pensa talvolta e mi sorride
unica stella dentro la tempesta.
Alda Merini
Ho una placida figlia
con gli occhi azzurri ed i capelli d’oro
che mi sta, cuore mio, sempre lontana,
e ha le mani fanciulle
e il volto bello pieno di ironiae mi vuol tanto bene
come soltanto se ne vuole a un Dio;
questa fanciulla bella che nei liti
remoti è dell’Italia
a me pensa talvolta e mi sorride
unica stella dentro la tempesta.
Alda Merini
da “Destinati a morire”
Estremo saluto è l'amore
Estremo saluto è
l'amore,
come una mano che prende l'ultima foglia
e la divora come fosse anima.
Estremo saluto è il tuo bacio.
Io volevo finire in te come un secondo respiro.
Ti ho scelto per la mia morte;
avevo capito in un attimo
che il tuo bacio
mi avrebbe ucciso.
Alda Merini
come una mano che prende l'ultima foglia
e la divora come fosse anima.
Estremo saluto è il tuo bacio.
Io volevo finire in te come un secondo respiro.
Ti ho scelto per la mia morte;
avevo capito in un attimo
che il tuo bacio
mi avrebbe ucciso.
Alda Merini
da L'anima innamorata
sabato 16 marzo 2013
L’uomo che ci faceva gli elettroshock
L’uomo che ci faceva
gli elettroshock pareva più un uomo di fatica che un vero e proprio dottore.
Arrivava sempre tardi (tanta era la nostra paura che le ore non passavano mai), e con le tasche piene di arance e di mele che si masticava, poi, nello stanzino, insieme alle infermiere. Non ci domandava mai nulla! Se è vero che da bambina ho avuto un trauma, un uomo siffatto doveva avermi aggredita. E, di fatto, quegli ci aggrediva, ci spingeva dentro, nello stanzino, senza preavviso, ci legava e ci cominciava ad anestetizzare, guardando in alto o ridendo a pieni denti insieme alle infermiere.
E così cominciammo a temerlo. Cominciò per noi a diventare quello il prototipo del “baubau”. Ma non potevamo difenderci. Non veniva neanche a vederci dopo il risveglio. E fu proprio grazie a questi finissimi accorgimenti che un donna, dopo il quinto elettroshock fatto senza misura né cognizione, impazzì di colpo senza speranza di ricupero.
Arrivava sempre tardi (tanta era la nostra paura che le ore non passavano mai), e con le tasche piene di arance e di mele che si masticava, poi, nello stanzino, insieme alle infermiere. Non ci domandava mai nulla! Se è vero che da bambina ho avuto un trauma, un uomo siffatto doveva avermi aggredita. E, di fatto, quegli ci aggrediva, ci spingeva dentro, nello stanzino, senza preavviso, ci legava e ci cominciava ad anestetizzare, guardando in alto o ridendo a pieni denti insieme alle infermiere.
E così cominciammo a temerlo. Cominciò per noi a diventare quello il prototipo del “baubau”. Ma non potevamo difenderci. Non veniva neanche a vederci dopo il risveglio. E fu proprio grazie a questi finissimi accorgimenti che un donna, dopo il quinto elettroshock fatto senza misura né cognizione, impazzì di colpo senza speranza di ricupero.
Alda Merini
da L’altra verità – Diario di una diversa
ho trascritto adesso questo passo per
far comprendere meglio la figura di Alda Merini, senza leggere questo libro
probabilmente non si riesce a comprendere la sua personalità e la sua poetica.
Matteo Cotugno
Matteo Cotugno
Io ero fatta di prati verdi
Io ero fatta di prati
verdi
di lucciole della notte.
Ma qualche adulto bambino
ha preso in mano il grillo
la lucciola e la cicala
che erano in me.
Alcuni falsi poeti
chiudono i grandi nel pugno
della curiosità
e non sanno che anche nel grillo
vive presente un'anima.
di Alda Merini
di lucciole della notte.
Ma qualche adulto bambino
ha preso in mano il grillo
la lucciola e la cicala
che erano in me.
Alcuni falsi poeti
chiudono i grandi nel pugno
della curiosità
e non sanno che anche nel grillo
vive presente un'anima.
di Alda Merini
da Clinica dell’abbandono
Anche il grillo ha un’anima, anche un prato … una visione animista del mondo? O allegoria di se stessa, grillo cicala e lucciola… e prato? Probabilmente la verità sta nella sua visione di anima come anelito di vita, come forza propulsiva alla vita, una visione profondamente mistica e terrena al contempo, una delle tante contraddizioni di un genio della poesia.... Matteo Cotugno
mercoledì 6 marzo 2013
Rivolta
Mi hai reso qualcosa
d’ottuso,
una foresta pietrificata,
una che non può piangere
per le maternità disfatte.
Mi hai reso una foresta
dove serpeggiano serpi velenose
e la jena è in agguato,
perché io ero una ninfa
innamorata e gentile,
e avevo dei morbidi cuccioli.
Ma le mie unghie assetate
scavano nette la terra, così io Medusa
fissa ti guardo negli occhi.
Io esperta sognatrice
che anche adesso mi rifugio in un letto
ammantata di lutto
per non sentire più la carne.
da "La terra santa"
una foresta pietrificata,
una che non può piangere
per le maternità disfatte.
Mi hai reso una foresta
dove serpeggiano serpi velenose
e la jena è in agguato,
perché io ero una ninfa
innamorata e gentile,
e avevo dei morbidi cuccioli.
Ma le mie unghie assetate
scavano nette la terra, così io Medusa
fissa ti guardo negli occhi.
Io esperta sognatrice
che anche adesso mi rifugio in un letto
ammantata di lutto
per non sentire più la carne.
da "La terra santa"
Alda Merini
Giuseppe Amisani: (olio su
tela) Dolore
sabato 2 marzo 2013
Il mio primo trafugamento di madre
Il mio primo
trafugamento di madre
avvenne in una notte d'estate
quando un pazzo mi prese
mi adagiò sopra l'erba
e mi fece concepire un figlio.
O mai la luna gridò così tanto
contro le stelle offese,
e mai gridarono tanto i miei visceri,
né il Signore volse mai il capo all'indietro,
come in quell'istante preciso,
vedendo la mia verginità di madre
offesa dentro a un ludibrio.
Il mio primo trafugamento di donna
avvenne in un angolo oscuro
sotto il calore impetuoso del sesso,
ma nacque una bimba gentile
con un sorriso dolcissimo
e tutto fu perdonato.
Ma io non perdonerò mai
e quel bimbo mi fu tolto dal grembo
e affidato a mani più « sante »,
ma fui io ad essere oltraggiata,
io che salii sopra i cieli
per avere concepito una genesi.
avvenne in una notte d'estate
quando un pazzo mi prese
mi adagiò sopra l'erba
e mi fece concepire un figlio.
O mai la luna gridò così tanto
contro le stelle offese,
e mai gridarono tanto i miei visceri,
né il Signore volse mai il capo all'indietro,
come in quell'istante preciso,
vedendo la mia verginità di madre
offesa dentro a un ludibrio.
Il mio primo trafugamento di donna
avvenne in un angolo oscuro
sotto il calore impetuoso del sesso,
ma nacque una bimba gentile
con un sorriso dolcissimo
e tutto fu perdonato.
Ma io non perdonerò mai
e quel bimbo mi fu tolto dal grembo
e affidato a mani più « sante »,
ma fui io ad essere oltraggiata,
io che salii sopra i cieli
per avere concepito una genesi.
Alda Merini (da
"La terra santa")
Poeti
E tutti
noi costretti dentro
le ombre
del vino
non
abbiamo parole né potere
per
invogliare altri avventori.
Siamo
osti senza domande
riceviamo
tutti
solo che
abbiano un cuore.
Siamo
poeti fatti di vesti pesanti
e intime
calure di bosco,
siamo
contadini che portano
la terra
a Venere
siamo
usurai pieni di croci
siamo
conventi che non hanno sangue
siamo una
fede senza profeti
ma siamo
poeti.
Soli come
le bestie
buttati
per ogni fango
senza una
casa libera
né un
sasso per sentimento.
Alda
Merini
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